lunedì 24 ottobre 2011

TRA PROFUMI BALSAMICI...



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Immersi tra profumi balsamici, suoni ancestrali e antiche memorie...

di Francesco Di Marco


Se vivete in una grande città, ad esempio Roma, e non ne potete più del traffico,
del lavoro o dei vicini maleducati e rumorosi, forse è arrivato il momento di una piccola vacanza! 
Tranquilli, non serve il passaporto, né un biglietto aereo, bastano poche decine di euro
di benzina o, meglio ancora, un pieno di gpl e, dopo aver infilato curve per 170 km, 
potrete giungere a... Gerusalemme!

La piccola Gerusalemme etrusca
La chiamano così per la presenza di una piccola comunità ebraica che si è integrata, 
nel tempo, in maniera inscindibile con la popolazione locale.
L'importanza e la forza di questa comunità, presente a Pitigliano sin dal XVI secolo,
è però ben rappresentata dal quartiere del vecchio ghetto in cui si staglia la Sinagoga 
e trovano posto il profumatissimo forno Kosher, il suggestivo cimitero sulla statale per 
Manciano e, da quest’anno, un ricchissimo festival sulla letteratura Yddish che si tiene
durante la prima settimana di Settembre e che ha ridato vita a questa importante comunità,
permettendo l’incontro di altre realtà ebraiche provenienti da tutto il territorio italiano e oltre.
Ma a Pitigliano, ogni epoca ha lasciato un segno: etrusca, romana, medievale. 
Ogni popolo che si è avvicendato, ha scavato il tufo creando infinite città sotto la città! 
Cunicoli, pozzi, tombe, colombari... Pitigliano si specchia specularmente sotto se stessa.
E le testimonianze delle antiche civiltà che hanno abitato queste zone sono presenti in tutta l'area circostante,
come i paesi di Sovana e Sorano.
Un labirinto custodito da sentinelle millenarie
Quello che riporta indietro nel tempo però, sono le Vie cave. Pitigliano è circondata,
appena al di sotto della rupe, da un’area boschiva fittissima, insondabile all’occhio umano
a guardarla dall’alto. Affacciandosi tra le arcate dell’Acquedotto Mediceo (realizzato fra il 1636 e il 1639),
diventa irresistibile la voglia di scendere a valle per scoprire il segreto che si cela sotto alle braccia millenarie
di querce e faggi, posti a far da sentinelle al mistero di queste fenditure profonde anche 
più di venti metri, scavate a mano nella calda roccia tufacea dagli etruschi o magari, chissà, 
forse diversi millenni prima da civiltà ancora più antiche. Ciò che si percepisce, quando ci si trova
al buio in pieno giorno, con due pareti di roccia mastodontiche ai lati, è un senso di estraniamento temporale. 
Si respira il profumo balsamico del muschio, alle orecchie arrivano suoni così antichi da 
divenire immaginari cordoni ombelicali ancestrali che si congiungono con quelle civiltà da
cui discendiamo. Da qui si arriva alle grotte, ancora così accoglienti da provocare il timore del 
ritorno di chi le abitava 2500 anni fa, da un istante all’altro. La Necropoli, nei pressi della quale è 
stato allestito il Museo Archeologico all’aperto “Alberto Manzi”, può essere senz'altro considerata 
la Stonehenge italiana di Poggio Rota, dove giganteschi monoliti sono stati innalzati 
misteriosamente a formare il primo osservatorio astronomico preistorico italiano,
scoperto nel 2006 e ancora oggetto di studio da parte della comunità scientifica.

Un covo di artisti 
Appena si risale a monte si viene circondati dall’imponenza dei bastioni a pianta poligonale 
dalla Fortezza Orsini. Di origine aldobrandesca, fu ristrutturata fra il 1543 e il 1545 da Antonio 
da Sangallo il Giovane, per volontà del conte Gianfrancesco Orsini. Nei pressi trova luogo l’elegante 
Palazzo Orsini, anche questo di origine aldobrandesca, fatto ristrutturare dalla nobile famiglia tra la
fine del XV e la prima metà del XVI secolo. Oggi appartiene in gran parte alla Curia Vescovile ed è
sede della Diocesi di Pitigliano, Sovana e Orbetello. Il palazzo ospita due musei, quello Civico Archeologico 
e quello di Palazzo Orsini, unitamente alla Biblioteca e all’Archivio Storico Comunale e alla Biblioteca 
e all’Archivio Storico Diocesano. Lasciando alle spalle gli edifici storici, si entra nel borgo vero e proprio. 
Sulle vie principali del paese si affacciano numerose botteghe di giovani artisti e artigiani che ancora oggi 
vivono coraggiosamente del lavoro manuale e artigianale e che arricchiscono Pitigliano di un valore molto 
prezioso: l’ingegno. Ed è proprio sul concetto d’ingegno che si sviluppa l’idea di Marcello Baraghini,
fondatore della casa editrice “Stampa Alternativa” (quella dei mitici “Millelire”) che, 
con le sua invidiabile riserva di nuove energie e sostenuto da giovani artigiani, ha realizzato
a partire da quest’anno l’avveniristico festival Reciclart – Seconda vita, nella splendida cornice
di una delle più affascinanti piazze del centro storico, intitolata a Papa Gregorio VII. È stata così
inaugurata anche qui la nuova concezione di mostre mercato d’artigianato, fondata sulla rigida
regola che impone a tutti gli O.P.I. (Operatori del Proprio Ingegno) che partecipano all’evento,
di realizzare manufatti a partire interamente da materiali di scarto, mettendo in pratica in questo
modo la forma più pura e intelligente di riuso. Dopo aver passeggiato tra i banchi di questa 
incredibile “fiera”, è quasi d'obbligo fermarsi a fare due chiacchiere con le “Capisottane” 
che popolano a ogni ora le viuzze del paese. Il termine indica in dialetto le donne anziane 
che, sedute gran parte della giornata sulle tipiche sedie impagliate fuori dalle loro case, 
non perdono certo l'occasione di rimanere aggiornate sul via vai del paese e sulle novità...
Ed è con una leggera malinconia che si fa ritorno alla metropoli, dopo aver respirato aria
d’altri tempi che sembra conservare la saggezza e la bellezza del passato e che ci permette 
di guardare con intelligenza rara al futuro... Chissà se siamo più coraggiosi noi a rimanere 
nelle grandi città fra le nostre “comodità” o le tremila anime che hanno scelto di continuare 
a lustrare con i loro passi le vie di questo piccolo dono dei tempi che furono...

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martedì 12 luglio 2011

FESTAMBIENTE

Ecco i concerti di Festambiente!

30.06.2011 12:04 a cura di Festambiente

5 agosto CAPAREZZA
Un’apertura eccezionale per Festambiente! Pronto a scuotere il palco della manifestazione ecologista, Caparezza presenta il suo nuovo album “Il sogno Eretico” già disco d’oro a un mese dall’uscita. Il cantante pugliese con un tour ovunque sold out, darà il via alle danze del festival a impatto zero. Caparezza è uno degli “artisti contro il nucleare” impegnato con Legambiente.

6 agosto DANIELE SILVESTRI
Divertimento assicurato con il cantautore romano Daniele Silvestri che, fresco del successo di critiche e di vendite del suo nuovo album “S.c.o.t.c.h.”, attualmente ai primi posti delle classifiche, si esibirà con la band che da sempre lo accompagna in tutti i suoi live mostrando di saper coniugare testi impegnati, melodie e ritmi da ballare.

7 agosto ROBERTO VECCHIONI
Dopo la vittoria del Festival di Sanremo 2011 e i recenti Wind Music Awards 2011, sonorità più elettriche per Roberto Vecchioni accompagnato da una nuova band di 6 elementi; classico ma moderno un mix di letture e musica attraverso 40 anni di splendida carriera da “Luci a San Siro” a “Chiamami ancora amore”.

8 agosto MODENA CITY RAMBLERS
La band emiliana infiammerà il pubblico di Festambiente presentando il nuovo Album “Sul tetto del Mondo”, dodicesimo capitolo della vicenda artistica della band, nata esattamente vent’anni prima. Sonorità irlandesi e combat-folk per una serata coinvolgente, animata da un gruppo vicino alle tematiche sociali e contro il nucleare.

9 agosto BANDABARDO'
Amici di Legambiente e in prima linea contro il nucleare tornano i toscani della Bandabardò con una serata esplosiva animata dal nuovo album “ScacciaNuvole”. Una serata all’insegna del divertimento tra vecchi cavalli di battaglia e brani inediti tutti da cantare.
In apertura: I MATTI DELLE GIUNCAIE
Sound divertente, sensuale, ballerino e commovente per un mix della più rappresentativa e hard-folk band maremmana per eccellenza.

10 agosto STEPHEN MARLEY
A 30 anni dalla morte di Bob Marley sarà proprio suo figlio, Stephen Marley, a dare ritmo e colore alla manifestazione a impatto zero. Cantante, strumentista e produttore geniale, vincitore di 5 Grammy Awards, Stephen Marley approderà a Festambiente per la sua unica data italiana con il suo Relevation Part One, The Root, ossia le radici, che ci riporta all’essenza del genere giamaicano reso linguaggio universale dal padre Bob.
In apertura: TOMMASO BAI, KGMAN
Maremmano doc, è una delle voci rivelazione nel panorama reggae italiano il suo stile si muove dal new roots alla dancehall più energica, fondatore della band Quartiere Coffee, collabora con artisti di stampo nazionale e internazionale.

11 agosto ELISA
“Elisa Live per Festambiente”, una chicca musicale per Legambiente, prodotta in esclusiva da Elisa. Un evento irripetibile e imperdibile. L'artista, reduce dal tour teatrale con "Ivy", l’edera ben radicata che si protende verso il cielo, estenderà la potenza e la grazia della sua vocalità fin sul cielo del Parco della Maremma.

12 agosto SABINA GUZZANTI
Decisa a raccontare la verità e far luce sugli eventi bui della storia contemporanea italiana, Sabina Guzzanti presenta “Recital”, un excursus dei personaggi che ci hanno accompagnato negli ultimi 17 anni di vita del nostro Paese. La sua verve comica, l’ironia e il suo tagliente punto di vista sull’attualità, saranno le armi vincenti per uno spettacolo da non perdere!

13 agosto PAOLO BELLI
Al ritmo di “Faccio Festa”, il singolo trainante del nuovo album “Giovani e Belli”, il noto cantante e conduttore Paolo Belli con la sua Big Band approda a Festambiente. Tra divertenti gag e grandi successi discografici, presenta uno spettacolo accompagnato da una delle più affiatate e travolgenti Big Band che la musica italiana possa vantare e che, dai tempi di “Torno sabato” con Panariello, lo accompagna in tv (Ballando con le Stelle, Rai1), a teatro e in tutti i concerti nelle piazze italiane e straniere.

14 agosto ALESSANDRO MANNARINO
Sonorità e ritmi della musica popolare italiana conditi con elementi di musica balcanica e gitana, citazioni felliniane ed evoluzioni circensi per Alessandro Mannarino, stornellatore moderno e cantautore metropolitano che divertirà i presenti con le strampalate vicende dei suoi personaggi immaginari al confine tra quotidianità e fantasia.

15 agosto MARIO BIONDI
Dopo il grande successo dell’album “Yes you”, Mario Biondi si prepara a chiudere Festambiente. Il cantante siciliano, voce più "black" nel panorama musicale italiano, ha guadagnato stima oltre confine grazie a collaborazioni con artisti internazionali, tra cui quella con Burt Bacharach.

lunedì 2 maggio 2011

E BRINDO A CHI è COME ME





Valle Faul balla e salta sulle note di Mannarino





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Seppure con un po’ di ritardo, il cantautore romano non ha deluso la folla di fans che lo aspettava.
Una folla che ha fatto festa al ritmo di “Me so ‘mbriacato” e “Svegliatevi italiani”, senza accantonare i temi principali della giornata, ricordati dallo stesso cantante.
Precarietà del lavoro e immigrazione. Questi i temi del primo maggio viterbese. E in una fittizia prosecuzione dell’evento di ieri a Roma, la beatificazione di Giovanni Paolo II, Mannarino ha parlato dei suoi beati.
“E tra i beati, anzi i santi – ha detto Mannarino – voglio ricordare Aisha, che nella speranza di trovare un lavoro e una nuova vita, ha lasciato il suo paese, ha attraversato il deserto, e ha tentato di attraversare il mare.
Ma il suo barcone si è capovolto, e mo’ Aisha è beata”.
Una musica, quella di Mannarino, sensibile ai temi sociali, che racconta anche storie metropolitane di ubriaconi, zingari, emarginati. Canzoni che mescolano squarci di vita reale a trasposizioni oniriche, che raccontano la vita in una capitale che è un melting pot, in cui si incrociano storie di borgatari e storie di immigrati, storie di poveracci e storie di vescovi.
Mannarino racconta il lavoro, precario e “intermittente”.
Romano, classe 1979, due dischi all’attivo: “Bar della rabbia” (2009) e il recentissimo “Supersantos”.
Si è già esibito su importanti palchi, tra cui quello di piazza San Giovanni a Roma, durante il Primo maggio dell’anno scorso. E’ spesso ospite di Serena Dandini, nella sua trasmissione “Parla con me”, in onda in seconda serata su Rai tre. Quest’anno ha chiuso la serata della festa dei lavoratori a Viterbo.
Ma, oltre l'esibizione di Mannarino, sono state diverse le band che si sono succedute sul palco.
I Reggae Ragga Roots band che hanno aperto il concerto vero e proprio. Poi Adriano Bono e la Minima orchestra e Laura Franzoni acustico.
Grande entusiasmo anche per i Costa Volpara ed Enrico Capuano e Tamurriata rock che hanno preparato la scena a Mannarino.
Altro momento commovente, la dedica del concerto "al grande lavoratore, compagno di mille battaglie nonché padrone di casa, Alfio Pannega". Ed è alla fine di queste parole che si è alzato un grande applauso del pubblico.
Come in ogni primo maggio che si rispetti, inoltre, anche Viterbo ha intonato la sua “Bella ciao”.

martedì 26 aprile 2011

MANNARINO A VITERBO IL PRIMO MAGGIO

1° maggio a Viterbo con Mannarino



30 aprile e 1 maggio, a Valle faul un Concerto dedicato ai giovani e il lavoro. Questo il tema a cui viene dedicato il concerto in programma il 30 aprile e il 1 maggio (a partire dalle 17) a Valle Faul, organizzato da Cgil, Cisl e Uil di Viterbo, con il patrocinio del Comune e della Provincia di Viterbo.
Nell’ambito dell’iniziativa saranno presenti degli spazi dedicati all’attività delle realtà sindacali, un’area ristoro e stand degustativi con prodotti tipici locali. Sul palco, tra i protagonisti principali, Alessandro Mannarino la sera del 1 maggio, particolarmente conosciuto e apprezzato dai giovanissimi. Tra le varie iniziative, oltre alla tavola rotonda del 30 aprile, anche uno spettacolo equestre nello stesso pomeriggio. La due giorni avrà inizio sabato 30 aprile alle 17 con una cerimonia di apertura dedicata ai 150 anni dell’unità d’Italia. Il concerto sarà presentato dalla giornalista Maria Letizia Riganelli. L’ingresso è libero.

L’iniziativa è stata presentata venerdì 22 aprile a Palazzo dei Priori dai segretari provinciali delle realtà sindacali, Miranda Perinelli (Cgil), Rosita Pelecca (Cisl) e Giancarlo Turchetti (Uil), alla presenza del sindaco Giulio Marini e degli assessori allo Sviluppo Economico Paolo Muroni e alla Cultura e allo Spettacolo Enrico Maria Contardo. “Il concerto a Valle Faul – ha sottolineato il sindaco Marini – rappresenta un appuntamento simbolico, per trasmettere un importante messaggio ai giovani, la vicinanza da parte delle istituzioni ai ragazzi e soprattutto al tema dell’occupazione giovanile. Ho accolto con estremo entusiasmo l’idea di patrocinare questo evento che vede insieme sindacati e amministrazione. Il 30 aprile, nell’ambito della tavola rotonda, avremo modo di affrontare e approfondire delicati temi legati all’occupazione giovanile. Quello sarà un contesto ideale per focalizzare l’interesse su questa emergenza e richiamare l’attenzione a livello regionale e nazionale su interventi strutturali che si tramutino in investimenti sul territorio e a favore dei giovani del territorio”. Un messaggio condiviso anche dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali. “Il lavoro – ha spiegato Rosita Pelecca – sarà al centro di questa due giorni di festa, di divertimento, ma anche di riflessione e confronto con le amministrazioni. Un’occasione  per analizzare le criticità del territorio riguardanti l’ambito occupazionale”. Della stessa opinione anche Miranda Perinelli che alle parole della collega ha aggiunto: “Il lavoro è precario, indipendentemente dai settori. Il nostro territorio deve decollare e potrebbe farlo valorizzando le eccellenze che vanta. Questo appuntamento vuole porre l’attenzione su questa esigenza e al tempo stesso vuole dare spazio e visibilità alle realtà musicali della Tuscia. Ci auguriamo di poter ripetere questa iniziativa anche nei prossimi anni”. “Già dallo slogan riportato sul manifesto del concerto, “Il lavoro per unire il Paese” – ha detto invece Giancarlo Turchetti – si capisce lo spirito che anima questa nostra iniziativa. Già in occasione del convegno organizzato lo scorso febbraio abbiamo avuto modo di affrontare da vicino l’argomento “lavoro”. La tavola rotonda in programma sabato 30 aprile alle 17,15 riprenderà proprio quel discorso trattato nella precedente occasione. Il nostro intento è quello di far avvicinare i giovani al mondo del lavoro e all’attività portata avanti dai sindacati. Per questo mi sento di ringraziare anche le parti istituzionali che non hanno esitato a patrocinare questo nostro evento”. Sull’accoglienza del pubblico e sul servizio di trasporto pubblico si è soffermato l’assessore Contardo che ha ricorcato: “Il 30 aprile tutte le linee Francigena saranno messe a disposizione gratuitamente, mentre il 1 maggio, ogni 20 minuti, sempre gratuitamente, sarà a attiva una navetta a partire dalle 8 fino al termine del  concerto, previsto intorno alla mezzanotte. Il bus partirà dai parcheggi di via Garbini, dell’Iper Coop e Le Clerc, quello del cimitero e della Teverina e arriverà in piazza San Faustino”. “Il concerto a Valle Faul, insieme a San Pellegrino in Fiore – ha ribadito l’assessore Muroni – richiameranno a Viterbo migliaia di visitatori e turisti. La manifestazione florovivaistica nel quartiere medievale conta quest’anno venticinque edizioni. Il concerto è al suo debutto, ma ne sono certo, avrà un seguito negli anni”.

domenica 10 aprile 2011

MOSTRA MERCATO DI ANTIQUARIATO ARTE ARTIGIANATO

Pitigliano, (GR) - Ex Granai della Fortezza Orsini

da venerdì 22 aprile 2011 a lunedì 25 aprile 2011

Pitigliano: Antiquariato, Arte, Artiginato La Mostra Mercato di Antiquariato, Arte, Artigianato di Pitigliano si svolge due volte l'anno presso gli Ex Granai della Fortezza Orsini di Pitigliano.

Nata per valorizzare gli antiquari, gli artisti e gli artigiani della zona, quest'anno giunge all'ottava edizione e si svolge dal 22 al 25 aprile 2011, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 20.

giovedì 31 marzo 2011

A Pitigliano il primo ospedale integrato

A Pitigliano il primo ospedale integrato

Gli specialisti di chirurgia e altre branche tradizionali lavorano a fianco di agopuntori, fitoterapisti e omeopati

Grosseto
A Pitigliano il primo ospedale integrato
Gli specialisti di chirurgia e altre branche tradizionali lavorano a fianco di agopuntori, fitoterapisti e omeopati
L'ospedale Petruccioli di Pitigliano
L'ospedale Petruccioli di Pitigliano
PITIGLIANO - È diventato realtà il primo ospedale di medicina integrata d’Italia nel quale specialisti di chirurgia, pronto soccorso e altre branche così dette tradizionali, lavorano a fianco di agopuntori, fitoterapisti e omeopati. Dopo anni di progetti, discussioni e qualche polemica, l’ospedale integrato, il Petruccioli di Pitigliano (Grosseto), ha iniziato a funzionare se pur con qualche limitazione. Per ora è possibile prenotare le visite degli ambulatori con gli specialisti di agopunture e omeopatia. Una terza disciplina, la fitoterapia, sarà attivata probabilmente già alla fine del mese. Le visite si prenotano al numero telefonico 0564/483500, dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 16, il sabato dalle 8 alle 12.
INTEGRAZIONE - Ma l’aspetto più innovativo del "Nuovo Petruccioli", dove per ora lavorano quindici medici, non sono gli ambulatori bensì la vera integrazione tra medicina tradizionale e complementare con erogazione dei servizi anche ai pazienti ricoverati. «Che possono decidere se eseguire solo la terapia convenzionale oppure integrarla con l’omeopatia, l’agopuntura e tra poco anche la fitoterapia - spiega Fabio Roggiolani, già presidente della Commissione sanità della Regione Toscana, il principale artefice politico del progetto -. Una volta dimessi, inoltre, avranno la possibilità di essere seguiti dagli specialisti anche nella forma ambulatoriale». La nascita del primo ospedale italiano di medicina integrata segue la legge regionale che ha messo sullo stesso piano le due "medicine". E per far ciò sono stati stipulati accordi con le associazioni professionali. «Gli ordini dei medici, degli odontoiatri, dei farmacisti e dei veterinari - spiega Roggiolani - hanno istituito elenchi nei quali si certifica l’attività di quei professionisti che hanno i requisiti per esercitare la medicina complementare». Nel futuro del progetto c’è anche l’impiego di discipline bionaturali, ovvero tutte quelle pratiche legate ai massaggi e alla ginnastica orientali per migliorare la qualità della vita. Tra questi anche la terapia del suono che sarà seguita da Fabio Pianigiani, musicologo, docente all’Università di Siena.
MALATTIE CRONICHE - I medici lavoreranno in équipe. «Non ci sarà una separazione tra medicina tradizionale e complementare ma un’integrazione - spiega Simonetta Bernardini, pediatra, responsabile scientifico del progetto sanitario - per offrire ulteriori possibilità terapeutiche ai pazienti soprattutto nella cura di malattie croniche oggi di difficile risoluzioni. Tra queste malattie respiratorie e gastrointestinali croniche, malattie dermatologiche. Saranno erogati anche servizi di riabilitazione ortopedica, trattati casi di dolore cronico, esiti di ictus e si userà la medicina complementare per contrastare gli effetti collaterali della chemioterapia in oncologia e nelle cure palliative». Insomma, una rivoluzione, che potrebbe far superare anni di polemiche e incomprensioni tra la stessa categoria medica da sempre divisa su omeopatia, fitoterapia e agopuntura.
Marco Gasperetti
mgasperetti@corriere.it
28 febbraio 2011© RIPRODUZIONE RISERVATA

  

postheadericon “A Pitigliano il 1°ospedale d'Italia e nessuno lo sa”

Intervento del Gruppo Ogm di Pitigliano
Pitigliano: “L'Ospedale Petruccioli di Pitigliano è il primo Ospedale di Medicina Integrata in Italia, e dalla mattina 23 febbraio 2011, gli ambulatori di Omeopatia e Agopuntura sono in attività.
 
I servizi attivati sono per adesso Omeopatia e Agopuntura, - dicono dal Gruppo Ogm di Pitigliano - ma verranno presto incrementati con la Fitoterapia e discipline bio naturali come yoga, shiatsu e suono-terapia.
L’offerta sanitaria integrata sarà di libera scelta per i cittadini che vorranno avvalersene, sia in corsia che nei servizi ambulatoriali.
L’ospedale di Pitigliano avrà anche una funzione pedagogica, qui nascerà il Primo Centro di Formazione per medici esperti in Medicine Complementari, e la Biblioteca Internazione in Internet, sarà la prima biblioteca italiana dedicata alle medicine complementari.
Questo progetto voluto dalle Regione Toscana e realizzato in collaborazione con la Asl 9, rappresenta una grande opportunità per il nostro territorio sia perché consente l’accesso alle medicine non convenzionali attraverso il servizio pubblico e amplia e migliora di fatto l’offerta sanitaria dell’area, sia per le ricadute che potrà avere in termini economici, derivanti dall’interesse dei tantissimi che sia in Italia che all’estero preferiscono la medicina integrata:
Pitigliano potrebbe diventare un centro riconosciuto a livello internazionale dove l’offerta sanitaria di qualità si integra con il termalismo, ed un offerta turistica di grande interesse.

 
Lo sconcerto dei cittadini nasce dalla totale assenza di comunicazione da parte di alcuno rispetto all’apertura del servizio, nonostante l’importanza dell’evento per tutto il territorio e soprattutto per le alterne vicende che da anni attanagliano il nostro presidio sempre a rischio di chiusura. Non un avviso, non una locandina, niente sul sito del Comune, non un’assemblea pubblica dove si spiega di che cosa si tratta, dell’apertura e delle modalità di accesso. Si trovano informazioni solo sul sito della ASL, ma non tutti guardano il sito.”
“E’ per questa ragione – aggiungono - che un gruppo di cittadini, che si fa chiamare OGM Gruppo di Opinione in Movimento ha dato vita ad un azione di comunicazione per sopperire ad un servizio di informazione dovuto ma assente.
La preoccupazione del Gruppo e di tutti i cittadini che in questi pochi mesi stanno condividendo e facendo propria la battaglia per la libera informazione lanciata da OGM, è che tutto passi sotto silenzio, portando il servizio di Medicina Integrata ad un progressivo svilimento per mancanza di utenza, quando il suo successo potrebbe costituire anche un’opportunità per il mantenimento e la riqualificazione del nostro presidio ospedaliero.
Da oggi è partita la Campagna di Comunicazione, il volantino informativo è scaricabile dal blog e dalla pagina di Face Book del Gruppo, si chiede ai cittadini di condividere, inviare, scaricare e stampare, insomma diffondere il più possibile e riportare la democrazia nell’informazione.”
 


TRENO A VAPORE IN VAL D'ORCIA

Treno Natura in Val d'Orcia


trenonatura.jpg   
La ferrovia Asciano-Monte Antico è stata chiusa nel settembre 1994, perché considerata "ramo secco". Attraversando la zona delle Crete Senesi e la vallata del fiume Orcia ai piedi del Monte Amiata, la linea si trova in un territorio di particolare valore ambientale e paesaggistico, dove è stato istituito il Parco Artistico Naturale e Culturale della Val d'Orcia. Grazie al progetto Treno Natura, la Asciano-Monte Antico è stata quindi riaperta in alcuni giorni festivi come ferrovia turistica.
Il progetto Treno Natura vuole dimostrare come sia possibile il riutilizzo delle ferrovie secondarie, che percorrono zone rimaste estranee a fenomeni di urbanizzazione e industrializzazione, rivestendo per questo un fondamentale ruolo naturalistico.
Il servizio è garantito da automotrici d'epoca appositamente ristrutturate e in alcune giornate da locomotive e vapore e carrozze "centoporte".
Le Littorine compiono un percorso circolare Siena-Asciano-Monte Antico-Siena al costo di 18 €; per la tratta Asciano-Monte Antico e ritorno 12 €. Ciascun adulto pagante può accompagnare un bambino di età inferiore ai 10 anni. Non sono ammessi viaggiatori con biglietti gratuiti. I biglietti sono in vendita direttamente in treno.
Per i treni a vapore il biglietto per adulti costa 29 €, i bambini fino a 10 anni viaggiano gratuitamente senza posto a sedere.
trenonatura2.jpg
Immagini tratte dal sito Ferrovie Turistiche

 di Marco Caneva

INFO

 

 

CulturaItalia

Percorsi

Treno Natura, un salto nel tempo nella Val d’Orcia

Antiche strade ferrate e carrozze storiche per addentrarsi nel territorio di Montalcino, alla scoperta di vigneti e abbazie

Treno Natura della Val d'Orcia_ Foto di Andrea Bini
Carrozze di legno con rifiniture di pregio, locomotive a vapore, corte automotrici diesel e treni elettrici hanno percorso lentamente per più di due secoli le strade ferrate di tutta l’Italia, unendo così le grandi città e i piccoli paesini sperduti nella campagna. Ora le macchine, gli aerei e le linee ferroviarie ad alta velocità sono i mezzi di trasporto più usati, per i lunghi viaggi come per gli spostamenti quotidiani, mezzi che rispondono a esigenze di efficienza e rapidità e che nei loro tragitti prediligono percorsi frequentati e turistici. Tutto questo porta sicuramente a una maggiore funzionalità ed economia di tempo, ma lascia indietro progressivamente una realtà “minore” non certo priva di fascino, fatta di piccole stazioni ferroviarie di campagna estranee ai fenomeni di urbanizzazione e trasporto di massa. Grazie all’interessamento e all’impegno di appassionati ed ex ferrovieri riuniti in associazioni supportate da società ferroviarie, vecchie locomotive e carrozze storiche, restaurate e in perfette condizioni meccaniche, tornano a ripercorrere gli antichi binari della nostra penisola valorizzando un importante patrimonio di archeologia industriale e naturalistico.
Per la gioia dei tanti appassionati di questi mezzi di trasporto, è oggi possibile prenotare in varie regioni italiane un viaggio a ritroso nel tempo per osservare le piccole realtà da un altro punto di osservazione. Noi abbiamo scelto un percorso sul Treno Natura che attraversa gli splendidi territori del Parco Artistico Naturale e Culturale della Val d’Orcia, inserito nella lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco. Il tratto di ferrovia caduto in disuso nel 1994 prende il nome di Asciano-Monte Antico e apre al pubblico in alcuni giorni festivi trasportando i turisti su treni a vapore e carrozze a cavalli.

­© Ministero per i Beni e le Attività Culturali

sabato 5 febbraio 2011

UNA YURTA IN MAREMMANA

LA YURTA
 Guida per costruirsela




Se i dintorni di Ulan Bator, capitale della Mongolia, pure in epoca di inarrestabile urbanizzazione sono pieni di yurte, significa che queste non sono solo un tipo di tenda  vecchia di due millenni, ma soprattutto un modo di abitare. E un suo progetto che affonda nei secoli è straordinario. La stabilità è garantita da una risorsa inesauribile e gratuita : la forza di gravità; inoltre essa è ad impatto zero o addiririttura positivo sull' ambiente circostante.

Oggi la yurta fa la sua comparsa  nei campeggi e nelle campagne, i suoi utilizzatori scoprono con sorpresa la poesia, la cultura  e il genio inventivo di un popolo tenacemente nomade : i mongoli.

Al di là delle proposte commerciali, questo sintetico manuale si propone di far nascere nel lettore la 'voglia di costruirsi da solo una yurta di tre metri di diametro.


Edizione speciale in occasione della 30°mostra mercato Sorano 13-21  agosto 2010




millelire stampa alternativa


direzione editoriale Marcello Baraghini
redazione Alvaro Romei
editing grafica e impaginazione Ettore Bianciardi


Marcello Baraghini,e nato 67 anni fa a Civitella di Romagna. 
Vive in una casa in campagna a Elmo, nel cuore del territorio etrusco tra Pitigliano, Sorano e Sovana. Accanto al suo casolare ha da poco costruito una Yurta, la tradizionale capanna mongola e ha pubblicato un manuale che spiega come costruirsi questo economico ed ecologico riparo. Nel 1970 ha fondato Stampa Alternativa. Da 8 anni organizza il Festival Internazionale
di Letteratura Resistente (quello del 2011 sara dedicato alla letteratura yiddish) che ha ospitato
tra lfaltro scrittori e poeti come Gary Snyder, Jim Koller, John Giorno, John Sinclair.

venerdì 4 febbraio 2011

IL LIBRO è MIO E ME LO PUBBLICO IO


Questo libro potrebbe essere il manifesto per l’eliminazione dell’editore, il riconoscimento esplicito della sua inutilità pratica e della sua pericolosità sociale.
I grossi editori tradizionali infatti sono all’apice della loro crisi storica: alla ricerca esasperata del massimo profitto per sopravvivere, hanno da una parte portato il prezzo di copertina a livelli insostenibili per il lettore, dall’altra non accettano più rischi industriali, limitandosi a pubblicare libri spazzatura di persone già famose per conto loro.
È sorto allora un altro genere di editori, detti a pagamento, vera e propria calamità sociale: gli autori esordienti che cadono nella loro rete, sostengono un costo esorbitante e fuori da ogni logica per un servizio che si limita alla stampa di poche copie del proprio libro.
Questo manuale libera lo scrittore esordiente da questi due mali e lo indirizza verso la autopubblicazione e la autopromozione del proprio libro, una scelta che sarà sempre più premiante negli anni a venire.
Indica inoltre ai nuovi editori che si presenteranno sulla scena, quale dovrà essere la loro missione: scoprire e far conoscere talenti letterari, cioè quello che i vecchi grossi editori hanno smesso di fare da molto tempo.
Ettore Bianciardi - Marcello Baraghini
IL LIBRO MIO LO PUBBLICO IO
Guida all'autopubblicazione
manuale - pag. 208
prima edizione dicembre 2010
prezzo edizione elettronica € 0,00 prezzo edizione cartacea € 9,00
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LETTERE D'AMORE DAL FRONTE



Provoca una strana emozione questa raccolta di lettere d’amore scritte o ricevute da militari italiani impegnati nelle guerre dal 1915 al 1945: quella di scoprire che le cose più desiderate in quei momenti di paura e pericolo sono le cose tranquille e note del vivere quotidiano: i piselli da maturare, la brillantina che scarseggia, i francobolli che non si trovano. E poi l’amore, certo, per la donna rimasta a casa, con la quale non si vorrebbe mai interrompere il colloquio quotidiano. Non si troveranno invece qui accenti eroici, dichiarazioni nobili, parole che suscitino commozione e ammirazione. Si troverà invece eroismo quotidiano, volontà di sopravvivenza, ostinazione a rimettere tutto a posto come prima, che costituisce l’essenza stessa e la grandezza del paese reale.
LETTERE D'AMORE DAL FRONTE
... io non sono mica tristo...
a cura di CARLA CENCINI
Antologia di scritti - pag. 104
prima edizione gennaio 2011
prezzo edizione elettronica € 0,00 prezzo edizione cartacea € 6,00
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TRE DOMANDE A NADA

Da alcuni anni la cantante Nada Malanima risiede in pianta stabile nelle campagne di Montauto, vicino Manciano.
CO: Perché la Maremma collinare?
NM: Quando decisi di cambiare casa sentivo il bisogno di stare in campagna. In questo angolo di Maremma ho trovato le condizioni ideali per concentrarmi sul lavoro. In mezzo a questa quiete idee e spunti sorgono spontaneamente. Inoltre è una posizione perfetta da un punto di vista logistico, visto che in un’ora e mezza di macchina sono a Roma quando il lavoro lo richiede. Forse era destino che venissi a vivere proprio qui. Già da molto prima, ai concerti cantavo “Maremma Amà”,la celebre canzone popolare, che tra l’altro ho inciso sul disco “Nada trio” del 1998. Probabilmente era un segno del fatto  che un giorno questa sarebbe diventata la mia terra. Una terra dura, se vogliamo, che non ti regala niente; ma che conserva ancora pregi naturalistici che oggi troviamo da pochissimi parti al mondo. Ed è bella così: poco abitata e quasi inviolata.
CO: Componi qui le tue canzoni?
NM: Sì. La canzone “Luna in piena” che ho portato al festival di Sanremo l’anno scorso è nata qui. A dirla tutta, l’intero album è stato composto in collina. E qui ho anche trovato la forza di finire il libro che mi portavo dietro da molto tempo.
CO: Che rapporto hai con la scrittura?
NM: Ho scritto “Il mio cuore umano” principalmente per stendere un filo conduttore tra la mia infanzia e quello che sono oggi. A dire il vero il libro prende le mosse da ancora prima che io nascessi, visto che la mia famiglia, di contadini, aveva un profilo un po’ insolito  e mille storie adatte al racconto. In questo libro mi sono messa a nudo, ho raccontato me stessa fino in fondo e senza veli, nelle mie debolezze e sensibilità. Sono sempre stata molto curiosa della vita, forse è stato proprio grazie alla mia curiosità che non ho mai rivolto uno sguardo distratto a quello che mi accadeva.
CO: La storia che racconti nel libro riguarda la collina?
NM: Un po’. L’inizio è ambientato nella campagna toscana degli anni Cinquanta, con il parto che portò alla mia nascita – un evento eccezionale per una donna giovane ma malata come era mia madre.  Nada è il nome della zingara che aveva letto nel mio futuro tante soddisfazioni e gioie. In realtà ho incontrato molte difficoltà, non ho avuto una vita proprio facile. Il titolo del libro riprende la frase pronunciata da mia nonna Mora quando i medici mi diagnosticarono il soffio al cuore: “cosa vuoi che sia questo soffio al cuore, in fondo è sempre un cuore umano!” . Poi iniziai ad andare a lezione di musica non perché lo volessi ma per compiacere mia madre. A quindici anni, quando il fuoco del canto mi portò a Roma, conobbi la solitudine. La metropoli era una realtà che mi spaventava. L’anno dopo il primo Sanremo, la mia giovane età mi valse il soprannome di ‘pulcino’. Poi i viaggi e le tournée temprarono il mio carattere. Ma l’amore per la campagna è rimasto lo stesso di allora. Forse è l’unica costante della mia vita. Ho una natura libera e selvaggia e anche per questo la Maremma è il mio habitat ideale.
Giulia Morini

da COLLINE OGGI

TRE DOMANDE AD AMMANITI

Dopo il successo di Che la festa cominci, in luglio Niccolò Ammaniti ha iniziato a scrivere un nuovo libro nel suo podere vicino Pitigliano. Lo scrittore romano è un vero amante delle colline. Prima della casa nei dintorni della città del tufo, il suo buen retiro è stato per dieci anni alla Campigliola, nella natura di Manciano. Non è un caso se alcuni passaggi dei suoi libri sono ambientati in zona, a iniziare dalle cascate di Saturnia in Ti prendo e ti porto via. Gli parliamo al telefono dopo una giornata che ha passato a scrivere: del nuovo libro non dà alcuna anticipazione perché dice di essere superstizioso. Passiamo ad altro.
CO: Cosa l’ha colpita delle colline al punto da farne un rifugio dalla città?
NA: La quiete. Sto bene in queste zone perché sono molto rilassanti, vi trovo la tranquillità che a Roma manca. E’ il posto ideale per chi vuole concentrarsi facendo il vuoto dal mondo. Qui in collina ho scritto Io non ho paura (uno dei due romanzi di Ammaniti da cui il regista premio Oscar Gabriele Salvatores ha tratto un film: l’altro è Come Dio comanda, ndr) e l’ultimo libro. In queste terre il paesaggio non è ancora segnato dal cemento, come invece vedo lungo la strada per arrivare da Roma. Segno che amministratori e politici hanno una particolare sensibilità. Spero che questa attenzione rimanga con il tempo, aldilà dell’inevitabile ‘progresso’. Spero di non vedere troppe nuove costruzioni farsi largo nelle campagne.
CO: A proposito di amministratori. Sulla rete sociale Facebook è sorto un gruppo che la riguarda, “Niccolò Ammaniti sindaco di Pitigliano”. Sapeva di questa iniziativa?
NA: Ne sono venuto a conoscenza un po’ di tempo dopo che il gruppo era stato aperto. Ovviamente chi lo ha fatto non mi aveva chiesto niente. Erano malinformati: sono, e voglio continuare a essere, uno scrittore; politica e amministrazione non mi interessano. Tanto più che conosco poco i problemi di queste zone. Quando vengo resto nel podere a lavorare o rilassarmi.
CO: Detta così sembra quasi che non esca di casa. Per esempio sappiamo che il passato ottobre ha fatto il vino usando i metodi tradizionali con dei ragazzi di Pitigliano.
NA: (sorride) No, questa è una esagerazione. Non ho fatto altro che andare a un’ottima cena in cantina, assieme a dei ragazzi che il pomeriggio avevano fatto il vino secondo la vecchia maniera, pestando l’uva coi piedi. A Pitigliano ho trovato delle persone veramente carine e cordiali. E la cucina è davvero buona – d’altronde conosco e apprezzo i piatti maremmani da molti anni, ormai. A dire il vero il cinghiale, che è una delle specialità più tipiche, non mi piace. Però il resto compensa ampiamente, a iniziare dai primi.
(da COLLINE OGGI 48, agosto 2010)

TEATRO SALVINI -PITIGLIANO

 Volare

Pitigliano - Teatro Salvini - PITIGLIANO Sabato 5 febbraio 2011 - Ore 21,00

Un tuffo emozionante nella storia di un personaggio simbolo della grande canzone italiana. Il recital di Gennaro Cannavacciuolo, premio ETI 2009 Olimpici del Teatro come attore non protagonista, propone in una reinterpretazione personale le varie strade musicali percorse da Modugno. Nella prima parte, via con le canzoni dialettali e macchiettistiche, da “O CAFFE'” a “LA DONNA RICCIA”, da “LA CICORIA” e “U PISCI SPADA”, alla più famosa “IO MAMMETA E TU”; fino ai monologhi teatrali e al suggestivo dialogo tra madre e figlio tratto dalla commedia musicale “TOMMASO D'AMALFI” di Eduardo de Filippo, eseguito con l’apporto della voce registrata di Pupella Maggio che volle dare il suo contributo proprio a questo spettacolo. Nella seconda parte da atmosfera brechtiana, largo alle canzoni d’amore più famose lanciate da Modugno come “VECCHIO FRAC”, “TU SI NA COSA GRANDE”, “RESTA CU MME” e così via sino all’ormai inno nazionale “NEL BLU DIPINTO DI BLU”, cantato e danzato a mo' di Tip Tap alla maniera di Fred Astaire. Uno spettacolo coinvolgente ed interattivo, applaudito dalla critica più esigente, che propone un alternarsi sottile di momenti comici e di alcuni più melanconici, di aspetti gioiosi e di suggestive evocazioni poetiche.
(Tratto da http://www.teatrodelleforchette.it)

Prezzi:
Abbonamenti: intero € 40,00 ridotto € 32,00
Biglietti: intero € 10,00 ridotto € 8,00

Prevendita biglietti presso l'ingresso del teatro nel giorno precedente lo spettacolo, orario 10-12 e 15-17

Riduzioni
Hanno diritto a riduzioni gli spettatori con età inferiore a 12 o superiore a 65 anni

Recensioni:
…uno straordinario Gennaro Cannavacciulo che con la sua delicatezza ed eleganza scenica, nel suo “interattivo” recital dedicato al grande Domenico Modugno regala momenti di nostalgica ed indimenticabile poesia musicale. Le Grandi Dionisie, Carlo Dilonardo … Cannavacciuolo passa con estrema disinvoltura dalle canzoni dialettali a quelle macchiettistiche, dagli intensi brani d’amore a quelli malinconici e amari, proseguendo con i monologhi teatrali e il suggestivo ed intenso dialogo fra madre e figlio… uno spettacolo che il numeroso pubblico ha mostrato di apprezzare, salutando le performances di Cannavacciuolo con applausi a scena aperta Tratto da Il Tempo, S. Cozzolino .

… funambolico e fregolesco.. Cannvacciuolo si è fermato come maschera…. nel refrain “Volare” che la gente gli ha conteso decretandogli un trionfo. Tratto da La Repubblica, R. Di Gianmarco

… una bella idea, una serata piacevole, elegante, affidata totalmente alla bravura di Gennaro Cannavacciuolo [… ] lo spettacolo offre brillanti spunti teatrali… canzoni per niente banali, musica e parole in perfetta armonia, testi vibranti in dialetto e in lingua, che talvolta diventano pura poesia… intensi frammenti drammatici di una teatralità straripante… Bravo Gennaro… così il suo Modugno volerà ancora. Tratto da La Nazione, P. Lucchesini

mercoledì 19 gennaio 2011

TEATRO-PIRANDELLO

Stagione Teatrale 2010-2011 - Uno, nessuno e centomila
Pitigliano - Teatro Salvini 21.01.2011 ore 21,00
Uno, nessuno e centomila

Una produzione Compagnia Teatrale Krypton
Autore: Luigi Pirandello
Regia: Giancarlo Cauteruccio
Adattamento: Giuseppe Manfridi
Artisti: Fulvio Cauteruccio, Monica Bauco, Laura Bandelloni
Costumi: Massimo Bevilacqua
Progetto scenico: Loris Giancola
Luci e video: Giancarlo Cauteruccio

Prezzi:
Abbonamenti: intero € 40,00 ridotto € 32,00
Biglietti: intero € 10,00 ridotto € 8,00

Prevendita biglietti presso l'ingresso del teatro nel giorno precedente lo spettacolo, orario 10-12 e 15-17

Riduzioni
Hanno diritto a riduzioni gli spettatori con età inferiore a 12 o superiore a 65 anni.

GIORNATA DELLA MEMORIA

 Giornata della memoria 2011
".....in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti" - (legge 211 del 20 luglio 2000)

Dal 27 al 30 gennaio il Comune di Pitigliano e l'Associazione "La Piccola Gerusalemme", hanno organizzato una serie di iniziative per il Giorno della Memoria 2011

Giovedi 27 gennaio 2011 - ore 10,00 Teatro Salvini
Internati Militari Italiani - Incontro con gli studenti delle scuole medie
Saluto del Sindaco
Saluto del Presidente della Provincia Leonardo Marras
Inaugurazione della Mostra dedicata ad Irno Bioni
Intervento del Presidente del Consiglio Provinciale Sergio Martini
Intervento della Prof.ssa Luisa Romagnoli
Lettura delle lettere di Irno Biondi, internato militare
Intervento del sig. Pietro Moretti - Presidente Associazione Combattenti e reduci

Venerdi 28 gennaio 2011 - ore 9,30 Teatro Salvini
Shoah - Incontro con gli studenti delle scuole superiori
Sarà presente la Presidente dell'Associazione "La Piccola Gerusalemme" Elena Servi.
Proiezione del documentario "Campo di concentramento di Roccatederighi", a cura della Dott.ssa Vera Paggi
Lettura di poesie dal libro "La notte tace, la Shoah nella poesia ebraica" - autori vari - Salomone Belforte editore
Proiezione del film "il bambino con il pigiama a righe"

Domenica 30 gennaio 2011 - ore 15,30 Teatro Salvini
Shoa - Incontro pubblico
Sarà presente la Presidente dell'Associazione "La Piccola Gerusalemme" Elena Servi.
Lettura poesie dal libro "La notte tace, la Shoa nella pesia ebraica" - autori vari - Salomone Belforte editore
Proiezione del film "il bambino con il pigiama a righe"

giovedì 13 gennaio 2011

Ma perchè in Maremma?

 
Se fossero venuti dal mare non avrebbero potuto prendere possesso dei territori meridionali della penisola, già da tempo colonizzati dai Greci. Gli Etruschi erano un popolo che amava intensamente la vita nei suoi aspetti più rari e più ricchi di gratificazioni, e che la terra del forzato esilio dalla madre patria fosse bella, aveva quindi grande importanza. La Maremma lo era. E la scelsero. L'ariosità e la solarità dell'ambiente; il mare che ricordava quello dei patri lidi; le fresche, pure, pescose acque dei fiumi serpeggianti all'ombra di una fitta e rigogliosa vegetazione; le immense boscaglie gremite dei più svariati animali; il fertile suolo delle valli; la ricchezza di minerali; la panoramicità delle colline su cui potevano costruire i loro centri abitati, le loro case; la tenera roccia calcarea, il tufo, grazie alla quale era loro consentito di praticare al meglio il culto dell'oltretomba; ogni cosa, nella terra che avevano scelto come seconda patria rispondeva ai parametri di un habitat ideale, capace di permettere non solo una vita serena e stimolante, ma anche e soprattutto, una concreta possibilità di avanzamento civile e sociale. Aspirazione quest'ultima, che si sarebbe puntualmente verificata, com'è universalmente noto.